Oggi, verso la fine della cerimonia, abbiamo avuto la possibilità di incontrare un deportato polacco. Con molta gentilezza, ha provato a parlarci in un misto tra polacco e italiano. Ha raccontato la sua atroce esperienza nel campo di Ebensee: si ritrovò a lavorare con un altro deportato italiano con il quale instaurò un rapporto. Nel vedere quest'uomo, ci siamo accorti che contrariamente a ciò che si sarebbe potuto pensare aveva un viso sereno e felice di aver incontrato ragazzi giovani a cui poter fare testimonianza.
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