domenica 7 maggio 2017

Durante la risalita della scala della morte

I prigionieri venivano sempre messi in una condizione di inferiorità, di impossibilità di fare quello che gli veniva chiesto. Veniva fatto credere loro che non erano capaci, che se morivano era colpa loro perché non erano stati abbastanza bravi ad adempiere al compito assegnatogli. Secondo i loro aguzzini fare quello che gli veniva chiesto era possibile ed era solo per una loro incapacità se non  riuscivano a farlo.

Al prigioniero veniva costantemente ricordato che non valeva niente. Oggi a scuola ognuno viene valorizzato per le sue diverse capacità che ci  arricchiscono vicendevolmente.
Le prof.
(Idee nate dal confronto con le parole dei ragazzi)

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