lunedì 7 maggio 2018

06/05/18
Oggi siamo partiti per visitare il campo di concentramento di Gusen. Era davvero piccolino e ha avuto poco impatto su di me. C'era una straducola che ci portava in un piazzale grigio, pieno  di sassi, dove era difficile camminare; mi sono subito chiesta come facessero loro a camminarci magari con scarpe di un numero non corrispondente o magari con due zoccoli sinistri, quando addirittura noi, con scarpe comode, facevamo fatica.
Come dicevo era un campo piccolo: c'era una distesa di pietre di ogni sfumatura di grigio e poi come una specie di piccolo cubo, dove entrando potevi vedere la quantità di lapidi che si celavano al suo interno. Nella parte posteriore erano distesi, sopra il piazzale di sassi, degli oggetti, credo fossero in ceramica, rinvenuti. Erano come delle macchie di colore su quel pavimento grigio.
La seconda tappa è stata di nuovo Mauthausen, dove si è tenuta una celebrazione, a cui hanno partecipato tantissime persone. C'erano polacchi, austriaci, spagnoli, italiani e molti altri ancora, che si suddividevano in comuni, ognuno con un suo gonfalone. Io ho portato lo stendardo del mio Comune ovvero quello di Barberino val d'Elsa. È stata la cerimonia della liberazione del campo di concentramento di Mauthausen. È stata un po' noiosa ma comunque è durata poco. La parte che ho preferito è stata quella in cui abbiamo visitato le varie baracche dei deportati, per renderci ancora una volta conto di quanto vivessero male e di quanto fossimo, e siamo, fortunati noi.
Soemi Mariotti.

Nessun commento:

Posta un commento