lunedì 7 maggio 2018

Al termine di questo viaggio posso dire che sono cambiata.  Che vedere i campi di concentramento con i propri occhi non trasmette le stesse emozioni che si provano quando studiamo sui libri.
Che camminare sul terreno dove hanno sofferto migliaia di persone innocenti fa venire i brividi.
Che è impressionante l’organizzazione e la precisione con la quale i nazisti hanno pianificato lo sterminio.
Questa esperienza mi ha fatto capire che chi fa del male a qualcuno lo fa anche e soprattutto a se stesso, perché quei soldati ripagarono il prezzo delle loro barbarie con un costante tormento interiore che li ha accompagnati per il resto della loro vita. E che i nazisti che negavano l’identità a quei “pezzi” (deportati), la stavano togliendo anche a se stessi.
È grazie a questo viaggio che sono tornata con un “bagaglio” in più e con la certezza che ciò che è accaduto, è accaduto per davvero.


Scritto da Campolmi Giorgia 

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