Questa mattina abbiamo raggiunto le cave di Ebensee, dove lavoravano i deportati, soprattutto italiani. Appena entrati ci ha travolto subito la sensazione del freddo che ci penetrava dentro le ossa, pur essendo vestiti pesantemente.
Questo ci ha fatto capire quanto fosse dura la vita di un deportato, che era "vestito" esclusivamente con una leggera camicia e portava zoccoli ai piedi. Gli zoccoli erano quelli che capitavano, grandi, piccoli, spaiati, non importava alle SS tedesche: per loro non esistevano scuse.
Il castello di Hartheim visto dall'esterno |
Cerimonia di commemorazione all'interno del castello |
La meta finale della giornata è stato Mauthausen, considerato uno tra i
campi più duri, o addirittura il più duro: era infatti un campo
cosiddetto di categoria III.
Le SS assumevano un comportamento sadico nei confronti dei deportati. Si divertivano trattandoli come animali. Per esempio all'entrata del campo, legato ad una catena, c'era un deportato che doveva abbaiare ogni volta che passava qualcuno.
Le SS assumevano un comportamento sadico nei confronti dei deportati. Si divertivano trattandoli come animali. Per esempio all'entrata del campo, legato ad una catena, c'era un deportato che doveva abbaiare ogni volta che passava qualcuno.
L'ingresso del campo di Mauthausen, con la piscina per le SS |
Il "salto del paracadute" e, in lontananza, la "scala della morte" |
Abbiamo provato disgusto nei confronti dei carnefici: non è concepibile trattare così un essere umano. Abbiamo provato anche compassione nei confronti dei deportati, in particolare verso gli ebrei, che subivano le punizioni peggiori, e per le donne, costrette a prostituirsi.
Il livello di follia raggiunto dall'uomo in questi luoghi è stato per noi il filo conduttore di questa giornata e lo sgomento che abbiamo provato non ci abbandonerà facilmente.
Die glorreichen Elf
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